La risposta è semplice, cuciniamo il pesce “povero” di Anzio alla vecchia maniera, quello che in gergo si chiama “la mazzama”.
Le paranze, dopo una giornata di pesca, tornando al porto selezionano il pescato secondo le varie tipologie per la vendita all’asta, lasciando da parte il pesce con poco valore commerciale, e ne fanno delle cassette miste.
Alici, sgombri, aguglie, aluzze, merluzzi, naselli, trigliette, sugheri, sciabole, polpi, seppie, totani, tonno, palamiti, melù, pesce serra, scorfani, coccetti, occhiate, sarpe, lumachine, sconcigli, lupini e quant’altro il nostro mare offre.
I Portodanzesi lo sanno, ecco perché siamo sempre più apprezzati dalla gente del posto!